Condivisioni

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Se è vero che Internet ha offerto molto spazio alla stupidità che prima era relegata negli spazi non poi così angusti della strada, lo è anche che la cretineria presente nelle istituzioni, nelle scuole, sui giornali e sicuramente anche nelle boriose università era del tutto proporzionale a quella attuale, fatte le debite differenze di volumi con il presente. Lo stesso dicasi dell’intelligenza e della saggezza: poca ne si poteva trovare prima – e ben confinata nel silenzio dal potere del “discorso” istituzionale – e ancora poca è oggi – e ben oscurata dal rumore del potere economico e istituzionale che, alla televisione e sui media in genere, prima che su Internet, ha tutto l’interesse a confondere le opinioni e le valutazioni delle persone.

In compenso, possiamo dire che proprio grazie alla diffusione delle conoscenze represse che ora è consentita dalle reti molte voci altrimenti costrette al silenzio prima ora possono essere conosciute. Gente comune, come lo sono stati quasi sempre perfino i maestri, che non ha certo spazi da “influencer” e nemmeno le attenzioni che ricevono giullari e violenti; gente che non frequenta i social ad alta diffusione e che è reperibile solo tramite il passaparola di chi conosce o ha scoperto; gente che ha pochissimi lettori e meno ancora commentatori e che se li avesse dubiterebbe di ciò che sta facendo.

A gente così mi sento vicino e per questo ringrazio la rete di farmeli conoscere almeno un po’ e sarebbe ancora più bello se, invece di essere separati da un display mobile o fisso, si riuscisse ad uscire dal digitale per potere stare insieme con la condivisione resa possibile solo dalla presenza anche silenziosa, com’era nelle antiche scuole prima della nascita della scrittura e dei caratteri mobili: in fondo la vera rete delle banalità e del sapere prima del digitale.

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